Ricondizionamento: il profilo aziendale migliore

LA CURA PER I DETTAGLI

La reputazione di un’azienda si costruisce attraverso l’immagine che essa è in grado di proporre e difendere, e l’immagine aziendale è, a sua volta, legata a doppio filo a quella dei prodotti dell’azienda stessa. Questo significa che un prodotto mal presentato (un capo stropicciato, un accessorio difettoso) non solo rischia di contrariare un potenziale acquirente, ma anche di andare a detrimento della brand reputation dell’azienda che lo commercializza.

Nell’era in cui l’estetica è interpretata come parametro di valutazione primario e a volte esclusivo di oggetti ed esperienze, il corretto confezionamento dei prodotti si configura come un valore cruciale e qualificante per le aziende, soprattutto per quelle che operano nel campo del fashion, magari attraverso canali di e-commerce più o meno affollati. Questo risulta tanto più vero in tutti quei casi in cui l’esternalizzazione della logistica coinvolge all’interno della catena produzione-distribuzione attori esterni all’azienda, responsabili di importanti segmenti della supply chain su cui il committente non sempre ha tempo e modo di esercitare un controllo diretto e puntuale.

Diventa quindi imprescindibile affidarsi a un partner logistico qualificato e competente, che si prenda carico in modo completo ed efficiente dell’outsourcing logistico, profilando un’offerta di servizi che includa anche fasi professionali di ricondizionamento dei capi o dei prodotti e di controllo qualità, per gestire in modo ottimale le più comuni problematiche legate alla movimentazione e al trasporto dei prodotti stessi.

I capi stesi e appesi, i tessuti delicati, gli accessori, le calzature, sono categorie di prodotto che richiedono trattamenti differenziati e specifici:

  • operazioni di stoccaggio attente e scrupolose
  • trasporti dedicati
  • attrezzature tecnologicamente avanzate
  • procedure standardizzate di movimentazione

TML ha maturato nel corso degli anni una rinomata specializzazione nei servizi di logistica per il mondo del fashion: da anni affianchiamo importanti aziende di abbigliamento nella distribuzione e nel trasporto di prodotti moda anche particolarmente delicati, nella gestione della reverse-logistics, nell’approntamento di spazi di e-commerce adeguati; l’esperienza ci ha permesso di sviluppare un occhio clinico ampiamente rodato per quei piccoli difetti di confezionamento (bottoni scuciti, capi sgualciti) che rischiano di ledere la presentazione complessiva dei prodotti, e che  noi affidiamo a un ricondizionamento scrupoloso e mirato, per garantire ai clienti il massimo livello di efficienza.

Reverse logistics TML

Logistica inversa. Il miglior attacco è la difesa

REINTRODURRE EFFICIENTEMENTE LE MERCI NELLA SUPPLY CHAIN

Un vecchio modo di dire, tipico dell’ambiente calcistico, sostiene che il miglior attacco sia la difesa. In verità, per essere davvero competitiva, ogni squadra dovrebbe essere completa in entrambi i reparti, difesa e attacco. La squadra che si concentra prevalentemente su un reparto, escludendone l’altro dalla propria strategia di gioco, è destinata a compromettere la propria stagione.

Analogamente, quelle aziende che si concentrano prevalentemente sulla forward logistics, escludendo dalla propria strategia la reverse logistics, sono destinate a lasciare sul mercato molti profitti.

La complessità del settore logistico sta crescendo anche al crescere della logistica e-commerce. L’incremento delle transazioni online ha di fatto determinato un incremento nelle quantità di merci restituite al mittente.

Numeri alla mano – almeno per il settore della logistica fashion – sembrerebbe rientrare al produttore oltre il 40% dei capi di abbigliamento distribuiti. E’ evidente che ci si trova di fronte a volumi che ostacolano il raggiungimento di quelle efficienze gestionali tanto care a qualsiasi logistic manager.

Con l’ausilio di alcuni nostri clienti abbiamo avviato un processo di valorizzazione della logistica di ritorno, effettuato a partire da analisi congiunte, durante le quali sarebbe emerso che la gestione inappropriata delle merci di rientro può rappresentare una fetta consistente di spesa, superiore in alcuni casi al 10% dell’intera struttura dei costi aziendali.

Alcune delle cause più evidenti:

  • errori nelle quantità movimentate e ritardi nelle consegne;
  • inadeguatezza della documentazione prodotta a supporto delle fasi di movimentazione merce;
  • deterioramenti in magazzino, alla consegna o durante le fasi trasporto – spesso anche in presenza di trasporti dedicati;
  • prodotti danneggiati, a causa di imballaggi inadeguati o per inosservanza delle procedure di controllo qualità delle merci;

Per evitare la replicazione di tali scenari e scongiurare il rischio che si concretizzino in inefficienze aziendali sistematiche, diventa fondamentale razionalizzare tempestivamente tutte le procedure connesse al processo di reverse logistics.

Scoprire ed isolare eventuali punti critici nelle operazioni di ritorno delle merci è il primo passo per garantire una soluzione al problema. Un’analisi preliminare che stimolerà i cambiamenti e la ricerca di nuove efficienze operative:

  • domanda e offerta di merci sono in equilibrio?
  • i tempi di consegna e di ritiro sono sempre rispettati?
  • il momento di spedizione è quello corretto?
  • le dimensioni dei magazzini aziendali – in caso di logistica in house – sono adeguate?
  • gli imballaggi sono sempre appropriati?

Una risposta puntuale a questi ed altri quesiti apporterà concreti miglioramenti nelle prestazioni, sia che si tratti di una struttura organizzativa complessa, sia di una più contenuta realtà imprenditoriale.

In conclusione, reintrodurre efficientemente le merci nella supply chain – anche grazie ad adeguati interventi di re-imballaggio dei prodotti, ricondizionamento dei capi, aggiornamento degli inventari, riqualificazione delle infrastrutture, ecc – determinerà una massimizzazione del profitto aziendale e un sensibile contenimento dei costi.